Bilancio del primo anno di legislatura 23-27: assemblea Verdi Ticino del 9 giugno 2024

    Dopo le ultime elezioni cantonali pur avendo perso un seggio abbiamo potuto salvare il gruppo in Gran Consiglio. Siamo quindi nuovamente presenti in tutte le commissioni e nell’ufficio presidenziale. Samantha Bourgoin ci rappresenta nella Commissione Gestione e Finanze, Marco nella Commissione Economia e Lavoro e nella Commissione Giustizia e Diritti, Nara nella Commissione Formazione e Cultura, Giulia nella commissione Costituzione e Leggi e nella Commissione Sanità e Sicurezza Sociale, mentre io seguo le attività della Commissione Ambiente Territorio ed Energia e nell'Ufficio Presidenziale.

    Si tratta di un lavoro settimanale impegnativo non sempre all’insegna di un’atmosfera di lavoro idilliaca, soprattutto sui temi controversi e che toccano la commissione della gestione. Abbiamo ora superato il primo anno di legislatura e possiamo quindi fare un primo parziale bilancio politico.

    La maggioranza di centro-destra consolidatasi dopo le ultime elezioni cantonali ha saldamente in mano la conduzione del gioco ed ha una schiacciante superiorità numerica. Il centro inteso come componente centrale dello scacchiare politico che lavora per dei compromessi equilibrati tra destra e sinistra è ormai quasi scomparso: da un lato la componente radicale del PLR è in via di estinzione o è già estinta e dall’altra la parte sindacale del partito del CENTRO è sempre più minoritaria, partito del CENTRO che si sgancia pilatescamente dalla maggioranza di destra solo in casi isolati e con motivazioni più di opportunismo populista piuttosto che per dichiarata volontà di tessere un solido compromesso di Paese. Helvethica ha gettato la maschera confermando il suo orientamento complottista e ahimè destroide per buona pace di quei elettori alternativi che si stanno ormai pentendo del voto espresso alle ultime cantonali. Analogo discorso per i Verdi Liberali e Avanti con Ticino e Lavoro. I primi perlomeno sui temi ambientali offrono una buona collaborazione, ma su quasi tutti gli altri le posizioni sono purtroppo chiaramente di centro-destra e non possono quindi nemmeno ambire a collocarsi nello spazio politico che fu dei radicali. Avanti con Ticino e Lavoro rimane di difficile collocamento, ma è già chiaro che per loro i temi ambientali e climatici non sono prioritari e una coerente giustizia sociale fatica a farsi largo.
    La conseguenza di questo evidente spostamento a destra lo si vede sui temi centrali della legislatura, in particolare sulle questioni finanziarie e fiscali: la partita è all’insegna delle prove di forza. Il Patto di Paese è ormai a senso unico, dove la minoranza di cui facciamo parte si trova un po’ al margine e deve ormai solo limitarsi a partecipare alla partita sperando di perlomeno fare buona figura tramite dei rapporti di minoranza. Le trame di gioco di noi Verdi sono spesso di scarso interesse per chi detta il gioco, tanto ormai contiamo poco. Fortunatamente il pubblico presente sulle tribune della piazza Ticino, di fronte a tagli ingiusti e sgravi fiscali a chi non ne ha bisogno si è mobilitato sostenendo la minoranza con le manifestazioni di piazza più ampie degli ultimi anni. Questa mobilitazione di piazza ha permesso di stralciare alcuni tagli dolorosi come quelli legati ai sussidi di cassa malati. Vedremo oggi pomeriggio se la mobilitazione sociale è stata sufficiente per controbilanciare anche le centinaia di migliaia di franchi investiti in marketing fuorviante dei fautori della scandalosa riforma tributaria.

    Questo primo anno di legislatura è stato marcato dal preventivo 2024 e dalla riforma tributaria stessa. Sullo sfondo aleggiava già il decreto Morisoli che chiedeva dei conti cantonali in equilibrio entro il 2025 agendo solo sulle uscite. Alla fine per paura della reazione della piazza di fronte a dei tagli ancora più draconiani il Parlamento ha deciso nella pratica di congelare il decreto da lui stesso approvato.

    La situazione finanziaria non è rosea ma nemmeno catastrofica. Il debito pubblico non è preoccupante e nonostante la congiuntura economica non sia particolarmente favorevole è evidente che la situazione strutturale che ci ritroviamo è frutto delle diverse ondate di sgravi fiscali negli ultimi 10 anni, tutto all'insegna della perversa tattica di gioco «taglia e sgrava». La maggioranza del parlamento vuole partecipare allo stillicidio della corsa della concorrenza fiscale intercantonale, da lei stessa voluta a livello federale. In questa corsa noi partiamo però con uno svantaggio al momento incolmabile: la nostra situazione socioeconomica non è paragonabile con quella degli altri cantoni della Svizzera soprattutto perché abbiamo i salari più bassi della Confederazione e quindi dei bisogni sociali fondamentali che lo Stato deve colmare. Questa corsa è quindi autolesionista per il ceto medio e medio-basso del nostro cantone.

    Come gruppo parlamentare abbiamo presentato in questo primo anno di legislatura ben 26 atti parlamentari di cui 6 propositivi. Abbiamo trattato tanti temi, dalle differenze salariali con il resto della Svizzera, alla rimunerazione della corrente fotovoltaica; dai centri per i richiedenti d'asilo ai filtri anti particolato; dalla causa di AET al governo tedesco per l'uscita dal carbone alle molestie su suolo pubblico; dai fondi destinati alla cultura al completamento di Alptransit. Questi e altri atti parlamentari li trovate tutti sul nostro sito web e sulla pagina web del Gran Consiglio.

    Stiamo lavorando intensamente per una serie di ulteriori proposte concrete da presentare a partire da quest’autunno nel campo ad esempio della protezione del clima e dei trasporti. Queste rifletteranno le nostre priorità di legislatura che stiamo affinando in questi mesi.

    I prossimi 12 mesi in Gran Consiglio saranno molto importanti, perché arriveranno diversi messaggi centrali per la legislatura: come il credito quadro sulla decarbonizzazzione, quello sui trasporti publici, la pianificazione ospedaliera o ancora il piano energetico e climatico cantonale, senza dimenticare i prossimi preventivi che non preannunciano niente di buono.

    Abbiamo rafforzato la comunicazione del nostro lavoro parlamentare tramite dei post sistematici sui social media inerenti tutti i nostri principali interventi in Gran Consiglio. La nostra attività ve l’abbiamo anche raccontata tramite delle newletter che vi mandiamo da questa legislatura dopo ogni seduta. Speriamo così di aver dato a voi e a tutti i nostri elettori ed elettrici un’idea più concreta della nostra attività in Gran Consiglio. Quanto vi raccontiamo nelle newsletter spesso non trova infatti spazio sulla stampa. Per noi è importante che sappiate che noi ci siamo e vi rappresentiamo in ogni seduta del Gran Consiglio. Se avete delle proposte di miglioramento siamo ben contenti di considerarle. Per fare bene il nostro lavoro abbiamo Infatti sempre bisogno di spunti, di proposte o idee che vengono anche da voi. Non esitate quindi a contattarci.

    Grazie di cuore.

     

    PS: il risultato della votazione cantonale sulla scandalosa riforma fiscale (approvata dal popolo) che abbiamo ricevuto a assemblea finita ha mostrato chiaramente che i mezzi messi in campo per fuorviare la popolazione ticinese e quindi far passare gli sgravi ai redditi molto alti ha avuto pieno successo: pacchetto unico (includendo anche riforme slegate tra loro ma condivise da tutti, gesto poco democratico e irrispettoso dei cittadini e delle cittadine), propaganda a tappeto a suon di centinaia di migliaia di franchi (chi ha pagato? la trasparenza imporrebbe nomi e cognomi di chi ha finanziato) e apparente zuccherino per tutti (riduzione dell'aliquota del 1.66). Vedremo ora come i comuni dovranno far fronte alla mancanza di entrate (alzando il moltiplicatore comunale o tagliando i servizi ai cittadini o alle cittadine?) e quali saranno i tagli nei prossimi anni per compensare le minori entrate a livello cantonale. Una giornata nera di votazione ma che illustra molto bene la dinamica in atto: i redditi molto elevati rappresentati dalla destra imperversano facendo i propri interessi e rafforzando quindi il divario tra loro e il resto della popolazione che si impoverisce, ma facendo abilmente credere al Paese che loro fanno l'interesse comune e che i problemi sono causati da altri (o da chi è più povero, da chi viene dall'estero o dai verdi o dalla sinistra che sono nettamente minoritari). Ecco quindi che una buona parte del ceto medio e basso premia questo perverso progetto senza rendersi conto che non verrà fatto il suo interesse, anzi. Il capolavoro della destra.