Lo scenario climatico UDC

    Giovedì 19 gennaio l’UDC ha consegnato le firme che certificano la riuscita del referendum nazionale che si oppone al controprogetto all’iniziativa ghiacciai. Questo compromesso chiede la concreta implementazione a livello Svizzero dell'accordo di Parigi sul clima. Il referendum dell'UDC vuole rendere carta straccia l’unico accordo climatico mondiale disponibile e in grado di dare una prospettiva all’umanità, e questo attraverso fumosi argomenti che confondono l'opinione pubblica sul tema energetico.

    I modelli climatici basati sugli scenari di emissione di CO2, contrariamente a quanto affermano singoli esponenti democentristi o le publiredazionali antiscientifiche a pagamento che appaiono regolarmente nei quotidiani ticinesi, sono riusciti finora a simulare con una buona precisione l'indiscutibile e insolitamente rapido riscaldamento climatico di origine antropica già osservato. Anche la probabile evoluzione futura dipendente dalle emissioni antropiche di CO2 è molto chiara. I dati, sia sottoforma numerica che grafica, sono a disposizione di tutti e permettono quindi con facilità di analizzare le implicazioni della scelta UDC se fosse proiettata a livello globale.

    L'obiezione secondo cui la Svizzera conti poco a livello globale non è fondata: abbiamo le emissioni pro capite tra le più alte al mondo e una piazza finanziaria tra le più importanti. Inoltre i numerosi partiti analoghi all'UDC nelle altre nazioni, promovendo politiche simili, ne fanno un possibile e concreto scenario globale.

    Concretamente cosa potrebbe significare questo scenario UDC già verso la metà di questo secolo (2060), rispetto ad una scelta con un'attiva e incisiva protezione del clima?

    Significherebbe una Svizzera mediamente di due gradi più calda, con una dozzina di giorni tropicali in più e una ventina di notti tropicali aggiuntive e con il doppio di ondate canicolari. In inverno significherebbe un innalzamento ulteriore dello zero termico di 300-400 metri con 10 giorni di neve nuova in meno a 1500 metri (20-25% in meno rispetto allo scenario con protezione del clima). Per quanto riguarda le precipitazioni, implicherebbe una diminuzione aggiuntiva in media del 10% delle precipitazioni estive (ricordate l'estate 2022?), ma anche unaumento dei casi di precipitazioni forti e della relativa intensità e l'aumento del quantitativo alluvionale centenario di almeno il 10%. Bisognerà anche convivere con il 10-20% di volume di ghiacciai in meno, ovvero in pratica con la loro completa sparizione entro il 2100, rispetto ad un 30% ancora presente sulle nostre montagne nel caso di una politica attiva di protezione del clima. Se guardiamo invece a livello mondiale il livello del mare sarebbe di 5 centimetri più elevato e dalle regioni maggiormente colpite dai mutamenti climatici ci sarebbero migrazioni significativamente maggiori nell'ordine delle centinaia di milioni di persone.

    Le conseguenze delle scelte climatiche di oggi saranno i nostri figli e nipoti viverle sulla loro pelle. Pensiamoci.

    Pubblicato anche su https://naufraghi.ch/lo-scenario-climatico-udc/